Periodo ottimale per la visita: | Sconsigliato solo in presenza di neve. |
Descrizione | | Tasso di difficoltà | Escursione |
Tempo necessario per la visita: | Da Villa Fedora: 2 ore per la salita e 1 ora e 30 minuti per la discesa; dislivello m 692
Dal camping La tranquilla: 1 ora e 30 minuti per la salita e 1 ora per la discesa.
Nei pressi della vetta del Monte Camoscio è presente un rifugio A.N.A aperto saltuariamente. Per informazioni rivolgersi all’ufficio informazioni turistiche (tel 0323 924632). |
| Panorama dalla cima del Monte Camoscio |
| Roccia modellata dall’azione dei ghiacciai |
| Cartello che indica la collocazione di un deposito di materiale per estrazione. |
Descrizione Specifica del luogo: | Si può iniziare l’itinerario a livello del lago presso Villa Fedora (m 198) e proseguire lungo la strada asfaltata che segue l’argine sinistro del torrente Selva Spessa fino ad oltrepassare il campeggio La Tranquilla in zona Oltrefiume; oppure si può partire direttamente da qui lasciando l’auto nelle zone limitrofe il campeggio.
L’itinerario è segnalato con i segnavia bianchi e rossi del CAI e contrassegnato dal numero 3.
Al termine della strada asfaltata inizia il sentiero che prosegue in ripida salita a fianco delle stazioni di captazione dell’acqua e si arrampica sul pendio del Monte Camoscio attraverso un bosco di castagni.
Lungo il percorso si incontra, in corrispondenza di un avvallamento, un vecchio cartello in ferro con l’indicazione della presenza di una grotta che serviva da deposito per il materiale esplosivo utile al lavoro di cava.
L’intero Monte Camoscio può essere considerato una unica formazione granitica e numerose sono le cave di estrazione del pregiato granito rosa proprio della zona.
Giunti sulla cima rocciosa del Monte Camoscio (m 890) si può godere di una splendida vista sul lago Maggiore con le isole Borromee e, guardando in direzione del Montorfano, si possono vedere le cave di estrazione del granito bianco e la piana alluvionale formata dal fiume Toce. Interessantissime sono anche le rocce granitiche che formano la vetta; infatti, se osservate nell’insieme, la loro forma arrotondata e levigata è chiaro segno del modellamento operato dai ghiacci che durante l’ultima era glaciale ricoprivano la zona. Il ghiacciaio con il suo movimento verso valle ha un notevole potere erosivo ma la sua capacità di raccogliere materiale e trasportarlo a valle viene frenato quando incontra rocce dure come il granito che quindi risultano solo modellate.Osservate da vicino, le rocce mostrano in superficie evidenti segni di degradazione operati dagli agenti atmosferici; appaiono infatti facilmente sgretolabili e numerosi sono i canaletti formati dall’acqua piovana. |
Bibliografia: | Rava G., Zaccaria M.; Il “Lusc” itinerari tra genti e luoghi nel territorio del Cusio Mottarone; Alberti Libraio editore, Verbania 2001
Margarini G.- Pisoni C. A., Il granito di Baveno. Un pioniere: Nicola Della Casa, Alberti Libraio Editore, Verbania
AAVV, Ossola di pietra nei secoli, Antiquarium Mergozzo. |
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