| Vigneti in Valle cannobina |
| Vite |
Narrazioni: | Sui terreni terrazzati della Valle Cannobina, fin da tempi molto antichi, la vite era coltivata a pergola. I vigneti erano sistemati soprattutto nelle zone soleggiate da Descelo a Cavaglio, sotto Spoccia e a Falmenta fino al monte Piazz, un po’ di vigna si trovava anche a Socraggio e a Cursolo.
A Cavaglio alcuni vigneti, resti di estensioni ben maggiori, sono osservabili ancora oggi.
La coltivazione della vite richiede molte cure: in primavera le viti venivano potate e, durante l’estate, per rinforzare la pianta e per meglio conservare il frutto, si spruzzava il verderame (verdaram in dialetto).
Ottobre era il mese della vendemmia. Tutti erano impegnati nella vendemmia e l’uva raccolta veniva trasportata con le gerle fino a casa per essere selezionata.
I grappoli puliti venivano pigiati con i piedi nudi dentro nel tino. L’uva schiacciata veniva lasciata fermentare per otto giorni mescolandola frequentemente con un lungo mestolo di legno. Trascorso il periodo della prima fermentazione, le vinacce venivano torchiate e si faceva uscire il mosto togliendo un tappo posto alla base del tino per trasferirlo in tini più piccoli. Dopo qualche mese il vino era pronto e, di solito, veniva consumato in famiglia.
A Socraggio e a Calachina quasi tutte le famiglie possedevano un piccolo vigneto da cui ricavavano un po’ di vino ad uso famigliare.
A Gurro si trova una località che si chiama A la Vigna perché anticamente vi si coltivava la vite.
A Cursdolo la vite era coltivata nella zona sottostante l’abitato e in particolare nella soleggiata località dei Brueira.A Gurrone si produceva molta uva nella zona sottostante il paese , fino a Descelo e Slina. |
Bibliografia: | AAVV Conoscere la Valle Cannobina La moderna editrice, Novara 1977
AAVV Usi e costumi delle genti cannobine La moderna editrice, Novara 1979
AAVV Luoghi non tanto comuni. Cannobio, il suo lago, la sua valle. Casale Corte Cerro 1985
Bergamaschi C. La vita quotidiana in valle Cannobina nell’ultimo secolo Alberti Editore, Verbania 1997. |
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