Granito e arte: Raffaele Polli

Accanto all’attività di estrazione e lavorazione della pietra  per l’utilizzo nell’edilizia, si è sviluppato anche un filone che riguarda la lavorazione artistica del granito e delle altre pietre in generale.  La maestria raggiunta da molti dei “picasass” della nostra zona fu così nota che non mancarono già in passato gli scultori che facevano realizzare qui le opere. Il contatto tra scultori affermati e abili artigiani contribuì notevolmente ad affinare il senso artistico di molti degli scalpellini locali e qualcuno di loro è divenuto, oltre che ottimo realizzatore di opere, anche artista in quanto creatore di sculture stesse.

E’ il caso ad esempio del bavenese Raffaele Polli.

Baveno: il monumento allo scalpellino, opera dello scultore bavenese Raffaele Polli.

 

Beglirate: "al sciatt" (il rospo), simbolo di Belgirate, opera dello scultore Raffaele Polli.

 

Stresa: "la sirenetta" in granito Rosa di Baveno. opera dello scultore Raffaele Polli.

 
Descrizione specifica del manufatto:
Raffaele Polli è nato a Baveno nel 1937. Suo bisnonno fu uno dei primi cavatori di granito. A partire da questo antenato è stato un susseguirsi di avvcinamento alla lavorazionbe artistica del granito (già il nonno ad esempio ha lavorato alla realizzazione della lupa del Gianicolo a Roma).Il padre e lo zio, con uno stabilimento in proprio, affinano questa parte artistica e sono chiamati a realizzare importanti opere. Tra queste ci pare significativo ricordare il ”monumento alla libertà”, collocato in Francia nel 1932, interamente in granito rosa, con un basamento colonnare sormontato da una statua di sette metri, ed un’altezza complessiva di ben sessantaquattro metri. E’ respirando quest’aria (verrebbe da dire questa polvere!) che Raffaele Polli cresce, rimanendo fin da bambino toccato da un lato dalla dura condizione di lavoro degli scalpellini (il freddo in inverno, la fatica…) e dall’altro affascinato dal contatto con gli scultori e con la realizzazione delle loro opere. Polli comunque afferma di non aver mai nemmeno pensato di fare altro nella vita. Segue corsi di disegno artistico e modellato, materia in cui già eccelle a livello di scuola elementare e a poco a poco si impadronisce del mestiere. Nel 1958 è già a fianco del padre e dello zio nella realizzazione a S. Laurent (Francia) di un monumento  che commemora lo sbarco in Normandia. Sempre nello stesso anno realizza, insieme ai familiari, una “vittoria alata” in granito rosa di Baveno, in otto pezzi, per un totale di mille quintali, posta nel cimitero militare americano di San Casciano (Firenze). Il giovane Polli prosegue un lavoro di ricerca personale che lo porta a cimentarsi non solo nella realizzazione di opere altrui ma anche nella creazione di opere tutte sue e nella sperimentazione di materiali diversi dal granito rosa: dal durissimo basalto, alla creta, al gesso, al bronzo, alla dolomia di Crevoladossola che permette di raggiungere nella scultura figurativa gradi di espressività  decisamente superiori a quelli del granito. Nel frattempo manda avanti l’azienda di famiglia con il fratello Luigi, che si occupa della parte commerciale. Le sue opere sono così tante che un elenco completo sarebbe pressoché impossibile. Lungo la via che da Belgirate costeggia il lago è possibile dunque ammirare alcune delle opere, ad alcune delle quali sono dedicate apposite schede di approfondimento: Belgirate: il “sciat” (rospo), il simbolo degli abitanti della cittadina; Stresa: la sirenetta Stresa: monumento all’alpino Baveno: monumento alla Regina Vittoria d’Inghilterra e allo statista Winston Churchill Baveno: monumento allo scalpellino Baveno: fontana del leone (la materia che diventa vita)Baveno. La cristallizzazione del granito.
Narrazioni:
Parlando con Polli non si può non rimanere affascinati dalla sua passione, dal suo rispetto, verrebbe da dire così, per l’arte (“ci vuole sia la teoria sia la pratica se si vuole realizzare qualcosa di bello”) Significativo il suo modo di concepire il ruolo sociale dell’arte, tanto che, pur se d’istinto amerebbe avere intorno a sé tutte le sue opere,  il suo piacere maggiore deriva dal rapporto che la gente può stabilire con le sue opere: dal turista che si fa fotografare vicino, al commento del passante, segni che l’opera in qualche modo emerge dallo sfondo della quotidianità e dialoga con l’osservatore. Da profondo conoscitore del suo mestiere esprime concetti controcorrente (“la gente dice che non si fanno più i lavori che si facevano una volta, in realtà oggi si fanno lavori che una volta non si potevano fare”), forte del fatto che alcune innovazioni tecnologiche permettono la realizzazione sul granito di particolari impensabili con i soli mezzi di percussione.Raffaele Polli ha una figlia, Laura, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera nella sezione scultura che, nonostante la giovane età,  ha già ottenuto importanti riconoscimenti in campo artistico.
Altre Fonti:
Intervista allo scultore Raffaele Polli .

A cura di: Claudio A. Vicari