La contrada Castello (Cannobio) L’aspetto di questo antico quartiere di pescatori è rimasto nel tempo sostanzialmente immutato. Le case colorate dei pescatori che si affacciano a lago, gli stretti passaggi che collegano il lungolago con via castello sono gli stessi di un tempo. Unico elemento mancante è il castello, distrutto durante un attacco, che ha dato il nome alla contrada. |
Periodo ottimale per la visita: | Tutto l'anno. |
Tasso di difficoltà | Turistico | Percorso adatto a portatori di Handicap | si | Descrizione | |
Tempo necessario per la visita: | 30 minuti. |
| L’incantevole vista che si gode dal giardino |
| Un tratto di passeggiata all’interno del giardino botanico
(immagine tratta dal sito del Giardino Alpinia)
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| Polygala mayor: una delle oltre mille specie che si possono ammirare nel giardino
(immagine tratta dal sito del Giardino Alpinia)
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Descrizione Specifica del luogo: | Quella detta Castello è la contrada di Cannobio compresa tra il santuario della SS Pietà e il lido.
Sostanzialmente il quartiere ha mantenuto nel tempo il suo aspetto. La passeggiata al lungolago è stata sovrapposta all’antica spiaggia nell’ottocento. Di recente è stata risistemata allargandola e piantumandola secondo l’aspetto originario. I lastroni di pietra sono quelli originali ottocenteschi mentre il selciato è stato rifatto posando ciottoli di fiume di testa secondo uno schema tipico del lago. Le case che si affacciano sul lungolago sono state edificate in epoche diverse a partire dal medioevo. Caratteristici sono i portali e le finestre incorniciate da pietra. Sulle facciate di alcune case si possono osservare tracce di affreschi. Si pensa che in origine tutte le case fossero decorate da affreschi.
Parallela al lungolago si trova la medioevale via Castello, i due percorsi sono collegati da tre ampie scalinate e da due stretti passaggi (strècc in dialetto) la cui particolare configurazione li rendeva facilmente ostruibili con saracinesche, mentre la loro ripidità ed angustia ne permetteva una facile difesa coadiuvata da tiri piombati dalle case fiancheggianti.
Percorrendo la via a partire dal santuario si incontra villa Pianta, detta il Vaticano, la cui facciata è arricchita da scalinate portici e terrazzi mentre sul retro si trova un bel giardino. Più avanti si trovano villa Peduzzi, mentre sulla parte destra della via si trovano le case che hanno la facciata direttamente a lago. Proseguendo in via Branca si incontrano alcune costruzioni medievali. I rustici, che si ritiene fossero stalle o magazzini, sono resi pregevoli da portali in pietra. In zona c’erano anche le giazzère, cioè le antiche ghiacciaie costituite da profonde buche che venivano riempite di neve per poter conservare il cibo anche durante il periodo estivo. |
Aspetti storici: | Il toponimo del luogo è dovuto ad un antico castello costruito dai cannobiesi per difendersi dai locarnesi che lo distrussero, secondo lo storico locale nel 1340. Si suppone che tale azione bellica fosse una ritorsione attuata per protestare contro i dazi che i cannobiesi applicavano al passaggio del traffico locale in arrivo e in partenza da Magadino, Cannobio era un passaggio obbligato per le merci che dal nord Europa attraverso il Gottado si imbarcavano a Magadino per raggiungere Angera e per via fluviale Milano o Pavia e Venezia e poi per tutto il Mediterraneo.
Fino a che la pesca è stata un’attività commerciale importante, i muri delle case della contrada Castello erano coperti dalle reti stese ad asciugare e da lunghi fili con infilate le arborelle ad essiccare (tapet in dialetto). L’attività di pesca e dell’essiccamento dei pesci è ricordata anche nello stemma del rione che ha al centro proprio tre pesci. |
Narrazioni: | Antico proverbio della regione Castello:
“Quant er lac u ga er color da buseca de retenca, o cu piov o cu fa marenca”
Ossia: “quando la superficie del lago ha dei riflessi simili al colore del ventre della tinca, è segno che pioverà o soffierà vento”.
Gli abitanti delle zone di Cannobio non mancavano di lanciare ironici commenti vista la fama che avevano gli abitanti di Castello, quasi tutti pescatori o barcaioli, di prevedere il tempo.
A Cannobio i vecchi guardando il lago riescono a prevedere il tempo e ci insegnano che quando sul lago si formano lunghe strisce di acque tranquille in mezzo alla superficie increspate dalla brezza, il brutto tempo avrà lunga durata. |
Connessioni con altri temi: | Arti e mestieri. |
Bibliografia: | Bergamaschi C. La vita quotidiana in Valle Cannobina nell’ultimo secolo Alberti libraio editore, Verbania 1997
Ferrari E. Lago Maggiore, Val Cannobina
Zammaretti A., Il borgo e la pieve di Cannobio, vol. II, 1975, Cerutti ed., Verbania
Zammaretti A., Il borgo e la pieve di Cannobio, vol. III, 1980, San Gaudenzio, NovaraLe Rive. Bimestrale di cultura, ambiente, turismo tra Piemonte e Lombardia, N.6 novembre-dicembre 2002, ed Press Grafica. |
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