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I macroinvertebrati come indicatori della qualità delle acque.
Il concetto di indicatore biologico. Per indicatore biologico si intende un qualsiasi organismo in grado di fornirci informazioni sulla qualità dell’ambiente e sui suoi cambiamenti. Si tratta per lo più di specie sensibili alle sostanze inquinanti, la cui scomparsa indica la presenza di prodotti estranei o dannosi all’ambiente In genere, in ecosistema in equilibrio si ha la presenza di moltissime specie (alta diversità biologica), anche se rappresentate da pochi individui. Al contrario, in un ecosistema perturbato si assiste alla riduzione o alla scomparsa delle specie più sensibili, mentre si ha la proliferazione di quelle più resistenti. A parità di perturbazione sono più stabili quegli ecosistemi dotati in partenza di un’alta diversità biologica. Una perturbazione del sistema può essere rappresentata da un cataclisma, da un’inondazione, da una variazione di temperatura ma anche da un inquinamento dovuto a carichi organici ed inorganici. Una perturbazione inquinante riduce la diversità biologica e produce una situazione di sostanziale monotonia genetica. La diminuzione delle specie di una comunità può essere usata come spia per accertare la presenza di inquinamenti ambientali. di qualità degli ambienti lotici e lentici (di fiume e di lago).In particolare, per l’analisi di qualità degli ambienti fluviali, sta acquisendo sempre più importanza l’applicazione degli indici biotici, soprattutto l’I.B.E. basato sullo studio dei macroinvertebrati e derivato dal “Trend Biotix Index” (Woodiwiss, 1964), rielaborato come “Extended Biotic Index - E.B.I.” (Woodiwiss, 1978) e adattato per una applicazione standardizzata ai corsi d’acqua italiani (Ghetti, Bonazzi, 1980; Ghetti, 1981; 1986; 1995). Questo metodo ufficiale è adottato dalle Agenzie regionali per L’Ambiente, (A.R.P.A.). A livello didattico, invece, sta prendendo piede il metodo Xilander. E’ simile e derivato dall’ E.B.I., ma di più semplice applicazione. Infatti, non richiede elevate competenze in termini di conoscenza dei macroinvertebrati e si limita a considerare la classificazione a livello tassonomici superiori. Questo metodo si chiama Xilander. | |||||||||||||||||||
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A cura di: Carlo Ramoni |
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