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Approfondimento Vita da operaio Con la rivoluzione industriale nacque e si sviluppò una nuova classe sociale. Vi appartenevano tutti coloro la cui ricchezza consisteva nella forza delle braccia e dei figli, la prole, appunto, da cui è derivato il termine “proletario”. Proletari erano gli operai delle fabbriche, spesso oppressi e sfruttati. Nella nostra zona c’erano filatoi, tintorie, tessiture, cappellerie, fonderie, concerie, opifici, vetrerie e cartiere. A ogni operaio che lavorava in uno stabilimento veniva dato un libretto con i propri contrassegni personali. Siccome non c’erano ancora le foto di riconoscimento, nei libretti veniva descritto ogni minimo particolare della persona: per esempio, l’altezza della fronte, il colore delle ciglia, la grandezza del naso e il colorito del viso. Sul libretto venivano scritti anche gli estratti della legge e del regolamento sia in lingua italiana che francese. Quando in uno stabilimento venivano assunti degli operai, veniva loro fornito il libretto di lavoro, ed inoltre veniva letto il regolamento interno della fabbrica. paga; gli operai dovevano portare il massimo rispetto al Direttore e agli Assistenti così come loro non potevano percuoterli o maltrattarli; gli operai non dovevano fare ritardi altrimenti veniva loro assegnata una multa; era vietato fumare sia nei locali di lavoro sia nel cortile dello stabilimento; era vietato proferire bestemmie o parole sconce; era vietato portare vino o altre bevande alcoliche. Ogni trasgressione veniva punita con una multa estensibile da £. 0,25 a £. 1.00 e qualunque reclamo doveva essere fatto col dovuto rispetto al Direttore o alla Amministrazione.. | |||||
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A cura di: Ramoni Carlo |
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