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Le meridiane: Divisione del tempo nei secoli | Descrizione specifica del manufatto: | Il termine “tempo” deriva dal greco “tèmenos” e dal latino “temperare”. Entrambi i termini significano l’atto con cui qualcosa è diviso secondo ordine e misura.
Nel 6500 gli Egiziani dividevano l’anno in 365 giorni.
I Babilonesi furono i primi a dividere il giorno in dodici parti, anche per la facilità di dividere questo numero per 2, 3, 4, 6 e 12 senza dare risultati frazionari.
I Romani operavano la scansione del tempo in intervalli come:
gallicinium (canto del gallo) - canticinium (termine del canto del gallo) - diluculum (sorgere dell’alba) - matutinum - meri dies (mezzogiorno) -
concubium (tempo di andare a letto, da cumcubare giacere insieme) -
intempesta nox (notte profonda).
Nel Medioevo si utilizzava un tipo semplificato di divisione oraria che variava da quattro a otto parti e serviva come riferimento per le funzioni religiose. Le ore venivano contate dividendo la giornata in otto momenti chiamati ore canoniche:
mattutino (circa tre ore prima del crepuscolo),
laudi (inizio del crepuscolo),
ora prima (alba),
ora terza (metà mattino),
ora sesta (da cui fare siesta mezzogiorno),
ora nona (metà pomeriggio),
vespro (tramonto),
compieta (fine crepuscolo).
Per Cinesi, Greci, Romani, Arabi ed Ebrei l’inizio del giorno cominciava con il tramonto del sole. Egiziani, Persiani e Babilonesi, invece, iniziavano il nuovo giorno all’alba. Le ore misurate con questo sistema erano dette babiloniche.
Per gli italici del Medioevo si era diffuso l’utilizzo delle ore italiche. Tale sistema fissava l’inizio del giorno seguente al tramonto del sole. Quando il sole tramontava era infatti l’ora ventiquattresima. Di conseguenza le ore 18 indicavano che mancavano sei ore al tramonto, che coincideva con la chiusura delle porte della città o del castello, e ciò, visti i tempi, era molto importante
Verso la fine del Settecento si affermò il metodo francese che aveva come riferimento la mezzanotte. Ad esempio le ore 11 indicavano che erano trascorse 11 ore dalla mezzanotte. L’uso venne introdotto nell’intero territorio della Repubblica di Venezia nel 1789. Si creò però una grande confusione nell’interpretazione del tramonto e nel 1794 si dovette ritornare all’ora italica. Nel 1797, in seguito all’occupazione napoleonica, si ritornò con un decreto all’ora francese e la consuetudine rimase anche dopo la cessazione di Venezia all’Austria con il trattato di Campoformio. |
Narrazioni: | Il termine “tempo” deriva dal greco “tèmenos” e dal latino “temperare”. Entrambi i termini significano l’atto con cui qualcosa è diviso secondo ordine e misura.
Nel 6500 gli Egiziani dividevano l’anno in 365 giorni.
I Babilonesi furono i primi a dividere il giorno in dodici parti, anche per la facilità di dividere questo numero per 2, 3, 4, 6 e 12 senza dare risultati frazionari.
I Romani operavano la scansione del tempo in intervalli come:
gallicinium (canto del gallo) - canticinium (termine del canto del gallo) - diluculum (sorgere dell’alba) - matutinum -
meri dies (mezzogiorno) -
concubium (tempo di andare a letto, da cumcubare giacere insieme) -
intempesta nox (notte profonda).
Nel Medioevo si utilizzava un tipo semplificato di divisione oraria che variava da quattro a otto parti e serviva come riferimento per le funzioni religiose. Le ore venivano contate dividendo la giornata in otto momenti chiamati ore canoniche:
mattutino (circa tre ore prima del crepuscolo),
laudi (inizio del crepuscolo),
ora prima (alba),
ora terza (metà mattino),
ora sesta (da cui fare siesta mezzogiorno),
ora nona (metà pomeriggio),
vespro (tramonto),
compieta (fine crepuscolo).
Per Cinesi, Greci, Romani, Arabi ed Ebrei l’inizio del giorno cominciava con il tramonto del sole. Egiziani, Persiani e Babilonesi, invece, iniziavano il nuovo giorno all’alba. Le ore misurate con questo sistema erano dette babiloniche.
Per gli italici del Medioevo si era diffuso l’utilizzo delle ore italiche. Tale sistema fissava l’inizio del giorno seguente al tramonto del sole. Quando il sole tramontava era infatti l’ora ventiquattresima. Di conseguenza le ore 18 indicavano che mancavano sei ore al tramonto, che coincideva con la chiusura delle porte della città o del castello, e ciò, visti i tempi, era molto importante
Verso la fine del Settecento si affermò il metodo francese che aveva come riferimento la mezzanotte. Ad esempio le ore 11 indicavano che erano trascorse 11 ore dalla mezzanotte. L’uso venne introdotto nell’intero territorio della Repubblica di Venezia nel 1789. Si creò però una grande confusione nell’interpretazione del tramonto e nel 1794 si dovette ritornare all’ora italica. Nel 1797, in seguito all’occupazione napoleonica, si ritornò con un decreto all’ora francese e la consuetudine rimase anche dopo la cessazione di Venezia all’Austria con il trattato di Campoformio. |
Bibliografia: | www.artesolare.it. |
| A cura di: Nadia Del Favero | |