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I piccoli spazzacamini della Valle Cannobina |
| Spazzacamino che aspetta il compenso |
Narrazioni: | Gli spazzacamini della Valle Cannobina frequentavano soprattutto le zone della bassa pianura novarese e di Milano e dintorni.
La partenza avveniva nei mesi autunnali e il ritorno era all’inizio della primavera giusto in tempo per aiutare la famiglia nei lavori agricoli. Nel periodo di Natale, Pasqua e Ferragosto, quando le fabbriche e le officine erano chiuse, gli spazzacamini dovevano pulire le caldaie.
Il lavoro di spazzacamino si iniziava fin da piccoli poiché le famiglie molto povere affidavano i loro figli, anche di soli sei o sette anni, a compagnie di spazzacamini con le quali i bambini partivano per raggiungere i posti di lavoro.
Molto spesso questi bambini erano denutriti e maltrattati e, spesso, non tornavano a casa per lungo tempo. Nei freddi inverni, i piccoli spazzacamini si difendevano dal gelo coprendosi col sacco della fuliggine.
Ai bambini era affidato il compito di portare raspa, spazzolone e attrezzatura per raccogliere la fuliggine. Dovevano risalire lungo il camino e, giunti alla sommità, gridare “spazzacamino” per segnalare l’arrivo al comignolo e dare il via alla pulitura.
La vita che conducevano era molto misera e il cibo era scarso. A mezzogiorno si dovevano accontentare di un tozzo di pane e non rientravano dal lavoro fino a sera inoltrata; la cena era sempre un po’ di minestra o riso e latte. La paga era di una lira al giorno e, alla fine di ogni stagione, veniva consegnata alla famiglia.
Ai ragazzi più piccoli la gente offriva delle mance, che però spettavano per tradizione ai datori di lavoro. Altre volte venivano offerti semolino, polenta o pane, e, anche in questo caso, non era raro che fosse il padrone a prendersi tutto.
Al termine di ogni giornata lavorativa i ragazzi portavano a casa la fuliggine che veniva venduta come concime per fiori o verdure.
Gli spazzacamini non avevano molto tempo da dedicare alla pulizia personale; si lavavano in fretta e restavano sempre un po’ sporchi perché la fuliggine è molto resistente all’acqua e quindi difficile da togliere dalla pelle.Lo spazzacamino era una persona ben vista perché simbolo di fortuna, perciò molto spesso la gente, alla vista di uno di loro, si fermava anche solo per toccare lo “spazzettone”. |
Bibliografia: | AAVV Conoscere la Valle Cannobina La moderna editrice, Novara 1977
AAVV Usi e costumi delle genti cannobine La moderna editrice, Novara 1979
AAVV Luoghi non tanto comuni. Cannobio, il suo lago, la sua valle. Casale Corte Cerro 1985
Bergamaschi C. La vita quotidiana in valle Cannobina nell’ultimo secolo Alberti Editore, Verbania 1997. |
| A cura di: Daniela Boglioni | |