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Approfondimento I ponti sul San Bernardino
In passato i ponti sul San Bernardino hanno rappresentato motivo di orgoglio e ritrovato legame tra le comunità di Pallanza e Intra.
Anche il Terzo ponte,oltre all’inevitabile importanza viabilistica, offrirà motivo di rinnovato avvicinamento degli abitanti delle due sponde. | Periodo ottimale per la visita: | Tutto l'anno. |
Tasso di difficoltà | Turistico | Percorso adatto a portatori di Handicap | si | Descrizione | |
Tempo necessario per la visita: | Il percorso automobilistico è di circa 20 minuti.
A piedi, lungo il riparo e la pista ciclabile che da Renco arriva al ponte di Santino circa tre ore andata e ritorno. |
| Il ponte di Santino. Dietro, il nuovo ponte della provinciale. |
| Il ponte della tranvia Omegna-Intra, Vittorio Cobianchi.
Foto tratta da "Via Rigola" di Ballinari R., Verbania. |
| Il ponte del Plusc del 1905. |
| Il Terzo ponte inaugurato il 02 maggio 2004. |
| I momento della caduta del ponte della foce(1834), avvenuta il 22 agosto 1965. Da archivio foto di Ballinari R., Verbania. |
| Le macerie del ponte caduto nel 1901,al suo posto fu costruito il ponte in ferro.Da archivio foto di Ballinari R., Verbania. |
Descrizione specifica del manufatto: | Il ponte di Santino è un vecchio ponte, tanto da essere chiamato erroneamente ponte Romano; si trova a circa otto Km dalla foce. Esso era un nodo di viabilità importante in quanto era l’unico passaggio per raggiungere Intra, Pallanza e Suna. L’attuale strada del lago non esisteva e per attraversare il fiume si utilizzava la barca guidata dai traghettatori.
L’arco del vecchio ponte si intravede perché su di esso poggia la struttura del più attuale ponte che porta alla zona artigianale. Parallelo c’è il ponte stradale della provinciale, che dal 1966 lo ha sostituito.
Il ponte del Plusc si trova a circa due Km dalla foce.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1904, quando vennero definitivamente demoliti i resti del vecchio ponte in muratura travolto nell’alluvione del 1901. E’ lungo 67,50 metri e un peso della ferramenta della travata di 170 tonnellate. Il costo complessivo dell’opera fu di lire 107.000 (1). Il ponte, su progetto dell’ingegner Grignaschi, fu costruito dalla Società Nazionale delle Officine Savigliano. Era costituito da archi,tiranti, traversini interamente in metallo e tutti imbullonati a regola d’arte.
Fu inaugurato nel 1905 ed è restato in servizio fino agli anni ottanta. Fu interdetto alla viabilità perché non più consono e sicuro per la grande viabilità cittadina.
Parallelo ad esso corre il nuovo ponte in cemento e acciaio.
Il ponte della foce è stato costruito nel 1834, prima era possibile attraversare il fiume solo con un barcone azionato da un traghettatore. Era un uomo con moglie e tre figli; la costruzione del ponte fu una disgrazia, portò al suo licenziamento. Il ponte resistette fino alla piena deI 22 agosto 1965.
Il 16 maggio 1968 fu inaugurato il nuovo e attuale ponte della foce, realizzato abolendo i piloni centrali, il cui cedimento fu la causa del crollo di quello preesistente.
Il ponte Vittorio Cobianchi (industriale di Omegna) fu costruito su progetto dell’Ing.Giuseppe Cobianchi, nel 1928. Era il ponte della ferrovia Omegna-Intra. Fu abbattuto nel 1961, dopo la scomparsa della linea ferroviaria, e l’avvento delle linee delle corriere.
Il nuovo “Terzo ponte”, è a campata unica; è lungo 83 metri, con una larghezza utile complessiva di 14.
E’ sostenuto da due enormi archi che poggiano su piattaforme laterali costruite su 44 micropali ed è posizionato un metro sopra la piena massima ipotizzabile.
Ospita una carreggiata stradale e due carreggiate pedonali e ciclabili.
La soluzione di un ponte a campata unica con struttura ad arco è stata scelta perché mantiene integro e libero l’alveo del fiume. Infine l’immagine architettonica, assai ardita, richiama in chiave moderna il vecchio ponte del Plusc, a un kilometro più a monte. |
Connessione ad altri temi: | Lungo i fiumi, Dentro l’acqua, La flottazione le rogge, i mulini. |
Bibliografia: |
Foto e notizie Ballinari R. La via Rigola, la storia, la gente Verbania |
| A cura di: Ramoni Carlo | |