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Primavera - La stella doppia di Mizar dell’Orsa Maggiore vista da Oggebbio Mizar forma con Alcor un complicato sistema stellare che ha ormai svelato le sue meraviglie.
La stella centrale del timone dell’inconfondibile asterismo dell’Orsa Maggiore è catalogata nell’atlante di Bayer col nome di Zeta (z) Ursae Maioris, ma è universalmente nota col nome di Mizar Nella stessa plaga di cielo si osserva l’Orsa Minore e Boote e l’Orsa Maggiore di cui fa parte Mizar. | Periodo ottimale per la visita: | Il cielo primaverile da aprile a giugno |
Tasso di difficoltà | Turistico | Descrizione | |
Tempo necessario per la visita: | 30 minuti partendo da Oggebbio. |
| La stella doppia di Mizar. |
| Punto di osservazione.Oggebbio porto. |
Descrizione specifica del manufatto: | Mizar una delle più belle e conosciute stelle doppie del cielo, si trova nel timone del Grande Carro.
Con Alcor (di magnitudine 4) forma una stella doppia visibile ad occhio nudo. Questa combinazione è tradizionalmente un test per verificare l’acutezza visiva delle persone, tuttavia non è una coppia molto difficile. Mizar stessa è forse la stella doppia più bella del cielo. Consiste di due brillanti stelle di magnitudine 2,4 e 4,0 separate di 14,4 secondi d’arco. Esse sono state descritte da Allen di colore “bianco brillante e tenue smeraldo”. Ciascuno di questi due brillanti oggetti è a sua volta una binaria spettroscopica ed è stata rilevata la presenza di una quinta stella dallo studio delle velocità radiali delle altre.Questo affascinante sistema è distante da noi 88 anni luce e fa parte dell’ammasso dell’Orsa Maggiore. |
Aspetti storici: | Mizar fa parte dell’Orsa Maggiore e venne scoperta da Riccioli nel 1650. |
Connessione ad altri temi: | Le incisioni rupestri sulle alture del Lago Maggiore |
Bibliografia: | 1. Sanford J., Costellazioni guida all’osservazione del cielo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1991 2. Lamberti C., Osservare il cielo stelle e costellazioni Fabbri Editore, Milano, 1998 3. Foto-Brunier S., Il grande atlante delle stelle,Rizzoli-Larousse Editore, 2003 |
| A cura di: Carlo Ramoni | |