Le acque dei torrenti, incanalate nelle rogge azionavano le pale idrauliche poste presso gli stabilimenti di filatura dell’800. Attraverso ingegnosi sistemi, di cinghie, ruote e alberi di trasmissione il moto idraulico si tramutava nel moto meccanico dei telai di filatura.
Esistono poche tracce delle vecchie rogge, sia di quelle derivate dal San Giovanni che di quelle derivate dal San Bernardino. Esse sono, ormai, tutte interrate e ricoperte: solo qualche tratto di fossato o qualche antica vestigia rimasta allo scoperto ne indicano il percorso e l’esistenza.
La roggia Cobianchi è l’unica ancora in funzione e in passato, le stesse acque alimentavano la roggia Borromea e quelle degli Edifici Superiori ed Inferiori.
Era ed è ancora alimentata dalle acque del torrente S.Giovanni con una presa a monte, presso la centrale idroelettrica di Ramello in Comune di Cambiasca.
La centrale è privata ed in funzione. E’ la stessa che dagli anni ‘20 agli anni ’60, ha alimentato le motrici della linea ferro-tranviaria Intra-Premeno.
La roggia corre sulla destra orografica del torrente, ma in prossimità di Possaccio attraversa il torrente su un travacone, (ponte sospeso) e passa sulla sinistra.
Si mantiene in quota sopra al torrente e termina presso una
griglia di regolazione delle acque.
Da li il suo percorso gira di novanta gradi e precipita per 100 m in una tubazione. Le sue acque accelerate dalla caduta servono a produrre, ancora una volta, energia elettrica presso la centrale delle ex Cartiere di Tolmezzo. La piccola centrale privata produce e vende energia elettrica. Le acque della roggia proseguono la loro corsa, incontrano il vecchio alveo della roggia Borromea, poi deviano verso il torrente, fino a gettarsi in una cascatella appena a monte del travacone della roggia Borromea. Le due grandi rogge, alimentate da una derivazione a monte di Cambiasca attraversavano il San Giovanni su due ponti - canale (i “travaconi) a monte e a valle di Possaccio. Percorrevano , poi, tutto il territorio di Intra costituendo per molto tempo, sino agli anni Sessanta del Novecento un apporto di energia alle attività produttive, ma anche un fondamentale elemento dell’ambiente urbano che caratterizzava di suggestive vie d’acqua il centro storico.