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Le rogge nel territorio verbanese Le rogge hanno rappresentato, nel Verbano, una fonte di energia molto importante.
Esse servivano per far muovere mulini, magli “resighe” sin dall’età medioevale e poi, nell’ottocento, ad industrializzazione avviata fornivano energia anche agli impianti industriali.
Tutte queste rogge sono scomparse, ricoperte e non più alimentate, intorno agli anni cinquanta e sessanta.
Le rogge più importanti sono la Roggia Borromea o Roggia degli Edifici Superiori e la Roggia degli Edifici Inferiori. Altre rogge derivate da questi due rami principali sono la roggia Cobianchi e la roggia delle Vetrerie. Sul San Bernardino si trova la roggia omonima o del Monte Rosso e, molto importanti, la Roggia dell’ex Cucirini e quella che alimentava l’ex UnioneManifatture. | Periodo ottimale per la visita: | Tutto l’anno. |
Tasso di difficoltà | Turistico | Percorso adatto a portatori di Handicap | si | Descrizione | |
| Il vicolo Mulino come si presenta oggi. Un tempo passava la roggia degli Edifici Inferiori. |
| La roggia Cobianchi in località Possaccio. |
| L'alveo della roggia del S.Bernardino e Monterosso. |
| La roggia in vicolo dei Mulini a Intra è stata visibile fino agli anni'50. |
Descrizione specifica del manufatto: | Nella costruzione delle rogge occorreva tenere presente due fattori indipendenti: la pendenza e la distanza. Occorreva una buona pendenza per aumentare la velocità dell’acqua che azionava la ruota idraulica: per questo motivo la presa veniva posta più a monte possibile. La distanza fra la presa e il punto di utilizzo dell’acqua doveva invece essere la più breve per limitare le perdite: le vecchie rogge erano, infatti, costruite mediante semplici scavi nel terreno con pareti e fondo ricoperti di legno e ciottoli.Lungo il percorso delle rogge venivano poste delle griglie che servivano come sbarramento ai detriti che, trasportati dall’acqua,
potevano lesionare la ruota idraulica; tali griglie venivano pulite ogni due o tre giorni da personale addetto..
Un altro meccanismo posto lungo le rogge era il “troppo pieno”. Esso funzionava in modo tale che il livello della roggia fosse sempre costante. Vi erano paratie mobili che, opportunamente manovrate, deviavano l’acqua in eccesso verso il torrente. Era possibile che una roggia avesse più prese (es. la roggia dell’Unione Manifatture di Trobaso). |
Aspetti storici: | In Lombardia e in Piemonte il termine “roggia” tuttora indica i piccoli canali o i fossi di irrigazione.
Lo sviluppo di Intra e Pallanza potè avvenire anche grazie ad un complesso sistema di rogge che, per circa seicento anni costituirono una fondamentale fonte di energia indispensabile al funzionamento di mulini, segherie, cotonifici ed altre industrie.
Esistono poche tracce delle vecchie rogge, sia di quelle derivate dal San Giovanni che di quelle derivate dal san Bernardino. Esse sono, ormai, tutte interrate e ricoperte: solo qualche tratto di fossato o qualche antica vestigia rimasta allo scoperto ne indicano il percorso e l’esistenza.
Il maggior sfruttamento delle risorse idriche fornite dalle rogge avvenne nella seconda metà del XIX secolo, sebbene già negli Statuti Viscontei del 1393 si parlasse di norme che tutelavano le rogge in quanto era riconosciuta la loro importanza. |
Connessione ad altri temi: | Storia e sviluppo dell’industria intrese. Contrasti con la flottazione del legname. |
Bibliografia: | 1.Scuola Media Ranzoni – Scuola elementare Bachelet.
Dalla chiesa di Renco….al ponte di Santino.
Anno scolastico 1997/98 – 1998/99.
2.Comune di Verbania e Biganzoli A.
Le mappe della memoria Realizzazione e stampa: Press Grafica srl - Gravellona Toce (VB) -Gennaio 2004 |
| A cura di: Ramoni Carlo | |