Per l’osservazione e per individuare le stelle, le costellazioni, la via lattea e i pianeti è sufficiente l’occhio nudo. Infatti il campo visivo dell’occhio umano, anche se limitato nella capacità risolvente, non ha pari. Per osservare più costellazioni sarebbe necessaria la visione attraverso ottiche di elevato costo e di difficile reperibilità, oppure la visione attraverso una fotocamera dotata di obbiettivo grandangolare molto luminoso.
Invece, se si vogliono osservare meglio stelle, ammassi stellari e diverse galassie, si può ricorrere ad un binocolo 7 x 50. Ad esempio le Pleiadi risultano più accattivanti se viste al binocolo, perchè, mentre ad occhio nudo se ne percepiscono meno di dieci stelle, al binocolo si giunge ad osservarne sino ad oltre 150.
I cannocchiali e i telescopi, fino a 300 ingrandimenti, permettono di risolvere i dettagli e di vedere meglio i colori di galassie, nebulose e ammassi stellari, ma il campo visuale è ridotto a favore di una risoluzione elevata.
Le costellazioni si vedano da ogni luogo, meglio se il luogo è in montagna, sulle rive di un lago (il lago è un’ ampia superficie scura esente da inquinamento luminoso) o in campagna, lontano dalle nebbie. E’ sempre necessario allontanarsi dalle luci artificiali.
La notte scelta per l’osservazione deve essere con cielo buio, tersa e senza traccia di foschia o di nubi in quota. Ideale è la condizione di luna nuova, in cui il nostro satellite naturale è assente, offrendo così all’osservatore un cielo molto scuro, in cui la debole luminosità delle stelle sia meglio visibile.
Il luogo deve essere esente da ostacoli fisici, che possano impedire la visione.
Ricordarsi che le costellazioni si vedono meglio in determinate stagioni.
Ad esempio Orione si vedrà al meglio al centro delle serate invernali, mentre lo Scorpione in quelle estive.
Prima di osservare il cielo si deve acclimatare l’occhio alla visione al buio. La pupilla dell’occhio non si apre al suo massimo se non dopo una ventina di minuti passati nell’oscurità.
Per consultare le mappe delle costellazioni, è consigliabile una torcia a luce rossa, perchè l’occhio viene meno disturbato dall’emissione luminosa nel rosso.
Le costellazioni si vedono meglio quando sono allo zenit, cioè in verticale sopra la nostra testa, nel punto più alto del cielo, perchè in quella direzione lo strato atmosferico che la luce degli astri deve attraversare, è nella condizione di minimo spessore, per cui offre la miglior condizione. Inoltre in quel punto il cielo è, ovviamente, anche meno disturbato dalle fonti di inquinamento luminoso.
Per fotografare le stelle si può iniziare utilizzando una fotocamera reflex dotata di posa B, montata su un cavalletto fotografico e dotata anche di un cavetto flessibile di scatto. La pellicola consigliata deve avere una sensibilità di almeno 400 ISO, meglio se diapositiva, e si dovrà utilizzare un obbiettivo da 16 a 50 mm. di focale, con una luminosità “f “ tra 1,4 e 2,8. Con cielo buio e lontano da fonti di inquinamento luminoso, si potranno così fotografare le costellazioni con pose da 15 a 60 secondi, a seconda della lunghezza focale dell’obbiettivo.
Il cielo viene studiato costantemente dagli Astronomi negli osservatori astronomici presenti in ogni regione.
Gli osservatori solari sono chiamati Specole Solari, e di queste la più vicina a Verbania è quella di Locarno Monti (CH).
A Verbania Pallanza resta la testimonianza di un edificio del ‘700, di proprietà della famiglia Cadorna ,(si ricorda Luigi Cadorna, capo di Stato Maggiore dell’esercito durante la Prima Guerra Mondiale). Questo edificio era deputato a “specola” o osservatorio astronomico. Sulla terrazza venivano trasportati i telescopi per l’osservazione dei corpi celesti. L’osservazione a quei tempi era ottima anche in città, perché non era disturbata da nessun inquinamento luminoso essendo allora l’illuminazione elettrica poco diffusa e quindi molto meno intensa di quella dei giorni nostri.