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La Specola Solare ticinese




Le macchie solari sono aree scure di forma irregolare sulla superficie del Sole. La loro presenza, che varia in periodi ciclici a breve e lungo termine, fu confermata nel secolo scorso. Solitamente l'osservazione diretta del Sole è estremamente pericolosa. Al tramonto però, quando il disco solare viene coperto da un tenue velo di nubi o polveri sospese nell'aria, essa diviene possibile.



Lo studio scientifico delle macchie solari ha inizio dopo l'avvento del telescopio nell'astronomia, (1609). Galileo Galilei e Thomas Harriot furono i primi ad osservarle.



A Locarno Monti, in Svizzera, esiste una specola solare  che è una  stazione di referenza a livello internazionale del Solar Influences Data Center (SIDC, Bruxelles).


Periodo ottimale per la visita:Tutto l’anno.
Descrizione
Percorso adatto a portatori di Handicapsi
Tasso di difficoltàTuristico
Tempo necessario per la visita:Un’ ora per arrivare alla specola partendo da Verbania Intra.
Un’ora per la visita.

La specola solare ticinese.

 

Macchie solari da appunti di V.Schemmari,Verbania.

 
Descrizione specifica del manufatto:

La specola solare ticinese si trova a Locarno Monti ed ha le seguenti coordinate : ( long. 8° 47' 21" E, lat. 46°10' 23" N, h= 367 m s/ m)
La Specola è nata nel 1957, in occasione dell'Anno Geofisico Internazionale, come stazione al sud delle alpi dell'Osservatorio Federale di Zurigo. E' specializzata nell'osservazione del Sole, in particolare nella determinazione del Numero di Wolf (numero relativo rappresentante l'attività solare) attraverso l'osservazione delle macchie solari. Il programma comprendeva anche la sorveglianza continua degli eventi cromosferici (eruzioni, protuberanze ecc.) e le relative riprese fotografiche in luce filtrata.
Con il pensionamento del direttore dell'Osservatorio Federale, la Specola diventa un istituto indipendente, finanziato con fondi pubblici e privati, non più legato al Politecnico Federale di Zurigo.
Il programma di osservazione viene ridotto alla sola determinazione del numero relativo e la Specola assume il ruolo di stazione di referenza a livello internazionale del Solar Influences Data Center (SIDC, Bruxelles).
Lo strumento per l'osservazione delle macchie è un rifrattore-coudé Zeiss di 150 mm di apertura, situato nella cupola emisferica.  Il Sole, la stella del nostro sistema planetario, è anche l’unica che possiamo osservare in dettaglio, almeno per ciò che riguarda i suoi fenomeni di superficie che avvengono nella fotosfera. I fenomeni visibili già con pochi ingrandimenti ed inevitabilmente con l’ausilio di filtri solari appositi, per evitare di danneggiare gli occhi, sono le Macchie Solari. Esse compaiono ogni giorno più o meno numerose e di forme e dimensioni variabili e ci appaiono come vere e proprie macchie nere; ciò è dovuto al contrasto tra la estrema luminosità del disco solare e la loro luminosità inferiore, essendo più fredde di 4000 °C rispetto al resto della superficie solare, stimata mediamente per 5770°C.  Soprattutto attorno a quelle di maggiori dimensioni possiamo osservare le zone di penombra, che circondano le macchie, dette anche zone d’ombra.  Le macchie solari sono generate dall’intenso campo magnetico del Sole, che in alcuni punti impedisce la risalita di calore all’interno della nostra stella, causando la formazione di una regione più fredda, perciò più scura. L’osservazione, già effettuava Galileo Galilei, racchiude in sè la possibilità di effettuare diverse analisi del comportamento della nostra stella. La prima è l’attività solare superficiale, che ha un’andamento di massima e di minima, con una durata di circa 11 anni. Durante questo periodo si può osservare e registrare l’incremento o il decremento del numero dei gruppi di macchie e delle macchie singole. Con i dati giornalieri si può disegnare il diagramma del ciclo solare, dopo aver calcolato il numero di Wolf. L’ultimo massimo è avvenuto nel 2002, mentre il prossimo avverrà nel 2013. La seconda analisi realizzabile è la rotazione del disco solare attorno al proprio asse, che otticamente avviene in 27 giorni. Si potranno così vedere macchie o gruppi di macchie che attraversano il disco solare visibile in 13,5 giorni, pur sapendo che in effetti il sole all’equatore impiega 25 giorni ad effettuare un giro completo su se stesso. La differenza dei due giorni aggiunti risultanti ad un osservatore, è dovuta al fatto che anche la Terra si sposta nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole, per cui il Sole deve ruotare altri due giorni, prima che una macchia solare collimi con la nuova posizione della Terra. Essendo di natura gassosa, la rotazione del Sole avviene in 25 giorni all’equatore, e in 34 giorni ai poli. Questo tipo di rotazione è chiamato “Differenziale”.    La terza opportunità è quella di registrare eventuali macchie di dimensioni notevoli, che possono generare tempeste magnetiche attorno al nostro pianeta, con effetti di disturbo radioelettrico e climatico, ma anche con la visione notturna di magnifiche aurore boreali anche a latitudini insolite, come è avvenuto per alcuni giorni lo scorso autunno. Inoltre il Sole è l’unico astro che si può comodamente osservare alla luce del giorno, e disegnare le macchie solari costituisce anche un ottimo allenamento per l’occhio e la mano dell’osservatore, che acquisisce una crescente abilità e sensibilità nel riconoscere anche particolari di altri corpi celesti, (di luna, pianeti ed oggetti del cielo profondo), quando dovrà invece osservare al telescopio anche di notte. Con adeguati filtri interferenziali sulla fotosfera solare si possono osservare e registrare altri fenomeni più spettacolari, come le Protuberanze, che si presentano come immense lingue di fuoco sul bordo del Sole, e che da un’ora all’altra mutano di dimensioni e forma, oppure altri come la granulazione e le facole.

Bibliografia:
1.
www.specola.ch
 6605 Locarno Monti, CH  
2.
 SAT: http://web.ticino.com/societa-astronomica/      3. V. Schemmari, Appunti di esperienze osser vative dal 1980 al 2004 , Verbania Possaccio valterschemmari@libero.it

 

A cura di: Carlo Ramoni