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Il Belvedere di Montorfano Si tratta di un punto panoramico sulla zona con al centro il Lago Maggiore di suggestiva bellezza che permette inoltre una lettura geologica e geomorfologica del territorio collegando così fra loro i vari aspetti della via del granito.Raggiunto a piedi, in bicicletta o in automobile l’abitato di Montorfano (frazione di Mergozzo), seguire dalla piazzetta antistante la chiesa romanica di S. Giovanni le indicazioni per il “Belvedere”. Oltrepassato il ristorante posto in cima ad una scalinata, si attraversa un sentiero delimitato dai caratteristici “terman” di granito bianco (si tratta di pietre conficcate nel terreno per delimitarne le proprietà). Raggiunto un pianoro, seguire il sentiero a sinistra fino al “Belvedere”, balcone naturale affacciato sulla piana del Toce e sul Lago Maggiore. | Periodo ottimale per la visita: | Tutto l’anno. |
Descrizione | | Tasso di difficoltà | Turistico |
Tempo necessario per la visita: | 1 ora (il tragitto a piedi è di 10 minuti). |
| Roccia affiorante, arrotondata dall'azione dei ghiacciai. |
| La forma arrotondata del Monterosso indica il modellamento glaciale subito. |
| La pianura alluvionale costruita dal toce e dai suoi affluenti. |
Descrizione specifica del manufatto: | Dal “Belvedere” è possibile cogliere alcune tappe principali dell’evoluzione geologica e geomorfologica della nostra zona, saltando nella scala dei tempi dalle centinaia di milioni di anni alle decine di anni.
Molte evidenze geomorfologiche fanno ritenere che durante il Pleistocene la zona fosse ricoperta da due grandi ghiacciai, uno che scendeva dalla valle del Ticino (parte svizzera) e l’altro dalla valle del Toce (val d’Ossola). All’azione di questi due ghiacciai è dovuto l’allargamento e il modellamento della conca del Lago Maggiore che, secondo recenti studi, avrebbe avuto una precedente origine fluviale legata alla cosiddetta crisi di salinità del Messiniano.
Testimonianza dell’attività di modellamento glaciale è il massiccio stesso del Montorfano in cui è evidente la forma globalmente arrotondata e l’isolamento rispetto ai rilievi vicini. Oltre alla forma globale, si può notare che rocce arrotondate affiorano in diversi punti sul monte, ed anche al “Belvedere”.
Il ghiacciaio ossolano, scendendo verso S-E ha incontrato un massiccio granitico e si è diviso in due rami, uno verso il Lago Maggiore e l’altro verso il Lago d’Orta, lasciando praticamente isolato il Montorfano. Guardando dal “Belvedere” in direzione Est, appare evidente una forma analoga a quella del Montorfano, si tratta del Monterosso, che dominano l’abitato di Verbania.
Terminata l’ultima epoca glaciale , è iniziata la formazione della pianura alluvionale da parte del Toce e di suoi affluenti. Dal “Belvedere” è molto evidente l’ultimo tratto di questa pianura alluvionale che attualmente separa il Lago di Mergozzo dal Lago Maggiore. Secondo la documentazione storica, questa separazione dovrebbe essersi completata in epoca recente (XIV-XV sec.). La documentazione cartografica, a partire da una mappa di Maria Teresa d’Austria del 1722, permette di ricostruire l’evoluzione recente del fiume Toce, che un tempo sfociava nel lago Maggiore proprio all’altezza dell’abitato che porta il nome di Fondotoce (il gruppo di case più vicino in direzione Est dal punto di osservazione) mentre attualmente, attraverso il continuo trasporto e deposito di materiali, ha spostato la sua foce di circa 2 km verso Sud. Per avere un’idea della quantità di materiali trasportati dal fiume, basti pensare che trivellazioni per la ricerca di acqua si sono spinte ad oltre 100 m di profondità , continuando ad attraversare materiale alluvionale trasportato dal fiume e senza incontrare la roccia in posto.
Un’ultima considerazione di carattere geologico si può fare guardando verso S il massiccio del Mottarone con le cave di granito Rosa di Baveno. Sia il Montorfano che il Mottarone sono dei corpi granitici (plutoni) appartenenti ad un unico grosso corpo granitico (batolite) di età permiana (circa 275 milioni di anni), allungato in direzione NE-SW ed esposto per circa 30 km da Biella al Lago Maggiore.
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Bibliografia: | BARBANTI L., Osservazioni sul Lago Maggiore, Ed. Comune di Verbania, 1994.
BARBANTI L., Vicende remote e recenti della conca verbanese, in VERBANUS, N° 18, 1997.
De Maurizi G., L’Ossola e le sue Valli, Ed. GROSSI, Domodossola, 1977.
SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA, Le Alpi dal Monte bianco al Lago Maggiore, BE-MA editrice, 1992.
VICARI C.A., L’ultimo canneto, in Piemonte Parchi, n° 37, 1° semestre 1991
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| A cura di: Claudio A. Vicari | |